Stenosi significa “restringimento”. Questo in effetti spiega tutto.
Basti immaginare alle modifiche a cui vanno incontro le articolazioni delle dita di una mano, con l’invecchiamento. Avete presente l’allargamento delle nocche, con il conseguente cambiamento della forma delle dita e l’impaccio conseguente nei movimenti fini?
Ora, immaginate che questo ingrossamento delle articolazioni fosse presente all’interno della colonna vertebrale, e che per fare un parallelismo, tra un dito e l’altro della mano passino dei nervi. Le articolazioni ingrossandosi finirebbero per schiacciare i nervi (e son dolori!).
Ecco, questa è la stenosi: quello stesso meccanismo di deformazione legato all’usura si verifica tanto sulla mano quanto in qualunque altra articolazione del corpo, compresa quindi la schiena. Solo che nella schiena, tra una articolazione e l’altra, ci passano i nervi. Naturalmente, quando camminiamo, questi nervi finiranno per “sfregare” contro lo “spuntone” di osso formatosi con la deformazione dell’articolazione. Da qui il tipico fenomeno del peggioramento del dolore man mano che il Paziente cammina. Questo stesso dolore diminuisce sedendosi: il motivo è che le articolazioni creano spazio per i nervi, quando cambiamo postura e ci sediamo (un po’ come allargare le dita della mano dell’esempio di poco sopra). Alla fine, il Paziente, se non viene trattato, è costretto ad un ingobbimento che è entrato ormai nell’immaginario collettivo della “vecchina di paese”…
Adesso immaginate che, chirurgicamente, si possa andare “tra dito e dito”, e rifilare con attenzione quella parte di “osso di troppo” che non serve a nulla alla mia articolazione, ma schiaccia il nervo. Questo è esattamente l’obiettivo della microchirurgia di decompressione per la stenosi lombare: lasciare l’articolazione libera di lavorare, ma “togliere l’osso di troppo” per così dire, ripristinando il normale spazio destinato al nervo. Tutto chiaro?