Una guida non-professionale, non-medichese, per interpretare alcuni gravi strafalcioni del giorno d’oggi.
La metto giù semplice: sono un appassionato di Internet. E di Wikipedia: ci passo del tempo, e ogni tanto se ho qualche dubbio lo cerco lì. Credo che come me siano in molti a farlo… Mi chiedo: perché se ci sono dei dubbi di natura scientifica (eutanasia, vaccini, anatomia, solo per citare quelli che primi mi vengono in mente) la gente non reagisce come me? Semplice: perché io sono uno “scienziato”…
Ah ah ah… In realtà, non c’è bisogno di avere un corso di studi in ambito scientifico per capire la scienza. Per capire come essa ragioni, e infine, per comprendere come ci si deve rapportare ad essa.
Bastano poche semplici regole:
1) la scienza non si basa sull’opinione del singolo. Da questa prima precisazione, discende che non ci si confronta per aver ragione. Che non si aggrediscono le teorie di qualcuno perché si vuole aggredire quel qualcuno. Insomma, la scienza è “niente di personale”. E se tu sei un mega-professorone, puoi comunque dire una cazzata: non è che per via dei tuoi titoli, sei infallibile…
2) la scienza è ricerca della verità. O meglio, di un modello di verità sufficientemente vicino alla verità. Da questo assunto derivano due concetti. Il primo è che due persone che osservano un fenomeno lavorano ASSIEME per trovare “la quadra”, e non l’uno contro l’altro in una gara a chi ci arriva per primo. E l’altro concetto è che si parla di un MODELLO di verità. Cioè chiunque parli di una verità scientifica, sa perfettamente che non sta parlando della verità essa stessa, e che è sempre possibile che questo suo “modello di verità” sia confutato, secondo la prima regola che trovate più sopra, senza che ci sia offesa o attacco personale.
3) la scienza è imparziale. E come tale, è a disposizione di tutti. MA questo non vuol dire che tutti possano fare scienza. In altri termini, la divulgazione ci aiuta a rendere più comprensibili alcuni passaggi del ragionamento scientifico, ma la forma mentis, prima ancora che l’acquisizione degli strumenti metodologici necessari, richiede tanto tempo e tanta pratica. In altri termini, arrivare a capire la regola numero due -quella scritta qui sopra: e cioè che la scienza non è il tuo strumento per fare il figo, ma serve uno scopo più alto- richiede molta UMILTA’. E l’umità è difficile da afferrare pienamente… è molto più figo scrivere come ho fatto io più sopra, che “sono uno scienziato”… 🙂
Rileggendo quello che ho scritto, mi rendo conto che a queste tre regole, che mi sono uscite di getto leggendo l’ennesima sfilza di messaggi di sedicenti esperti di medicina, bisogna aggiungere quella più importante di tutte. Questa regola che sto per scrivere (1) è fondamentale, (2) è sempre vera, (3) è figlia delle altre tre eppure (4) le comprende tutte e le rende vere.
E questa quarta regola è che non a tutto si può applicare il metodo scientifico. In altri termini (regola uno) ci sono cose che si basano sulla libertà di opinione del singolo e che non sono meno importanti della scienza, che (regola due) si basano sull’umiltà di non pretendere di essere capaci di descrivere la verità oggettiva, ed infine (regola tre) che non sono “a disposizione di tutti” ma rispecchiano scelte personali e private, nell’intimo delle proprie convinzioni…