Ho pensato, è un po’ che non scrivo: devo usare un titolo che… suoni come le trombe del giorno del giudizio.
MA davvero, a parte gli scherzi: questa cosa che ho trovato spulciando pubmed, è una bomba.
Stavo guardando su un gruppo molto interessante di cui faccio parte, su facebook, e mi si chiedevano spiegazioni sul cervelletto. Ho pensato di approfondire un po’, e trovato che… i musicisti sono più intelligenti!
Vi metto anche il link così potete scaricare l’articolo, se siete dei santommasi e non ci credete. L’articolo analizza le connessioni cerebrali (utilizzando la risonanza magnetica funzionale) presenti in soggetti scelti “random”, musicisti e non, per concludere che i musicisti hanno connessioni di maggiore importanza a livello delle funzioni “visuospaziali” e di “multipercezione” e coordinazione motoria. In altre parole, hanno una più rapida ed efficace attivabilità dei processi mentali “raffinati” (l’integrazione tra le diverse modalità di percezione, l’analisi e la valutazione di diverse informazioni da diversi organi di senso) – cioè praticamente quel che serve per interpretare, capire e suonare uno spartito.
Un altro lavoro, di Tanaka et al, nel 2016, conclude che nelle ballerine di danza classica e nelle musiciste, esiste un rimaneggiamento di una porzione del cervello, chiamata “striato dorsale”, che fa sì che vi siano processi percettivi, di analisi e di comprensione più rapidi ed efficaci.
Insomma, studiare la musica, o anche solo ballarla, fa bene al cervello!